Julio Velasco (La Plata, 9 febbraio 1952) è un allenatore di pallavolo e dirigente
sportivo argentino naturalizzato italiano, commissario tecnico della nazionale femminile italiana.
Ha legato la sua fama dapprima ai successi con
la Panini, con cui ha vinto quattro campionati italiani consecutivi dal 1986 al 1989, e poi ancor
più alla nazionale maschile italiana, di cui è stato commissario tecnico dal 1989 al 1996: sotto la sua gestione gli
azzurri, fin lì ai margini del volley mondiale, nel corso degli anni 90 del XX
secolo si affermarono tra le nazionali più forti di tutti i tempi grazie
ai successi della cosiddetta generazione di fenomeni. Alla guida della nazionale azzurra Velasco ha vinto,
tra gli altri, due mondiali e tre europei.
Diventato selezionatore della nazionale femminile
italiana, nel 2024 ha conquistato la Volleyball Nations League nonché la medaglia d'oro – la prima della
pallavolo azzurra – ai Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi.
Biografia
Nato da padre peruviano,] agronomo, e madre argentina di origine
inglese,] professoressa d'inglese, cresce assieme ai
due fratelli, uno maggiore di un anno e l'altro minore di cinque, in una
famiglia evangelica metodista. Il padre, che aveva lasciato il Perù per
studiare all'Università Nazionale di La Plata, dove lavorava nella radio studentesca, si
separa dalla madre e muore nel suo Paese natale per una pancreatite curata male quando Julio ha 6 anni.
Iscrittosi alla facoltà di filosofia dell'università
platense, con l'intenzione di diventare un professore di liceo, lascia gli
studi a sei esami dalla laurea per trasferirsi a Buenos Aires, dove a detta sua «era più facile passare
inosservati»: in Argentina quelli sono, infatti, gli anni (1976-1983)
della dittatura militare, della repressione e dei desaparecidos. Julio Velasco, presidente del comitato studentesco
della sua facoltà e militante comunista, avendo visto "scomparire"
alcuni suoi amici nonché suo fratello minore, di cui non ha notizie per due
mesi, lascia l'università e si dedica a vari lavori nella capitale argentina,
prima come addetto alle pulizie poi come agente immobiliare e insegnante nei
corsi per adulti, dedicandosi parallelamente anche all'attività di allenatore
di pallavolo, che diventerà poi la sua professione dopo essersi anche diplomato
all'Instituto Nacional de Educación Física.
Carriera
Allenatore
I primi contatti di Velasco con la pallavolo avvengono
ai tempi del liceo e dell'università, quando gioca e allena selezioni giovanili, ma la sua
carriera vera e propria inizia nel Ferro Carril
Oeste di Buenos Aires, dove vince quattro campionati argentini consecutivi
tra il 1979 e il 1982. In quello stesso anno, come vice della nazionale argentina, partecipa alla vittoria della medaglia di bronzo
ai campionati mondiali, giocati in casa.
Nel 1983, scoperto dal giovane direttore
sportivo Giuseppe
Cormio su suggerimento dei
pallavolisti argentini della squadra Waldo Kantor e Carlos Wagenpfeil (che aveva allenato in nazionale), Velasco
si trasferisce in Italia sulla panchina del Volley Club Jesi, neopromosso
in Serie A2, guidato dal vice coach Alberto Santoni e dal
presidente Sandrino Casoni. Nella stagione 1983-84 la matricola jesina termina al secondo posto una stagione a tratti
disputata da capolista, sfiorando la promozione in Serie A1. In questo periodo
Velasco lega professionalmente con Paolo Giardinieri, scoutman che
lo accompagnerà per buona parte della carriera.
Nel 1985 viene chiamato sulla panchina della
blasonata Panini di Modena dove
incontra, ancora giovani, alcuni dei giocatori che segneranno la storia del
volley italiano e mondiale nel decennio seguente: Luca
Cantagalli, Lorenzo
Bernardi e Andrea
Lucchetta, cui si
aggiungerà l'anno successivo Fabio Vullo; insieme al
più esperto Franco
Bertoli, formeranno
l'ossatura di una squadra capace di riportare lo scudetto a Modena e di
difenderlo per tre stagioni consecutive, fino al 1989, oltreché di raggiungere
per tre volte consecutive la finale di Coppa dei Campioni.
Dopo quattordici anni dedicati alle nazionali, nel
2003 rientra nel campionato italiano, guidando il Piacenza alla finale play-off, perdendo lo scudetto contro il Treviso. Nel 2004 torna dopo quindici anni a Modena, dove
rimane per due stagioni con risultati altalenanti. Nel 2006 passa alla Gabeca dove, nella stagione 2007-08, raggiunge i play-off, traguardo che alla società di Montichiari mancava da cinque stagioni.
Nell'annata 2018-19 torna ad allenare a Modena per la terza volta in carriera. Vince
la Supercoppa italiana nella finale contro il Trentino, prima di dimettersi al termine della stagione e
maturare l'intenzione di chiudere la carriera da allenatore. Dopo un
quadriennio trascorso nei ranghi della federazione italiana, nell'annata 2023-24 torna in panchina, stavolta nel campionato femminile, con la UYBA di Busto Arsizio; tuttavia si dimette il 21 novembre 2023, stante
l'impossibilità di ricoprire un doppio incarico, per accettare la guida tecnica
della nazionale italiana femminile.
Nazionale
Nel 1989 passa ad allenare la nazionale italiana maschile. Ottiene subito l'oro ai Campionati europei, disputati in Svezia, il primo
nella storia della pallavolo italiana. È solo il primo di una lunga striscia di
successi: fino al 1996, quando Velasco lascia la panchina azzurra, l'Italia
colleziona 3 ori europei, 2 mondiali e 5 vittorie nella World League, oltre ad altri trofei minori.
Artefici in campo di questi successi sono tra gli
altri Andrea Zorzi, Andrea Giani, Paolo Tofoli, Pasquale Gravina, Marco Bracci, Andrea
Gardini, oltre ai già
citati Bernardi, Cantagalli e Lucchetta: questo straordinario gruppo di
giocatori forma la cosiddetta generazione di fenomeni, e la nazionale italiana di quegli anni verrà in
seguito premiata dalla FIVB come Squadra del secolo. Il talento
dei giocatori che ha a disposizione non mette però in secondo piano la figura
dell'allenatore, tanto che in quel periodo Velasco diviene noto anche al di
fuori del mondo della pallavolo; celebri alcune sue espressioni, come gli
”occhi della tigre”, per indicare lo sguardo grintoso
che pretende dai suoi giocatori in campo. Solo un traguardo resta
irraggiungibile per quella formazione: l'alloro olimpico. Riguardo
all'abbandono della panchina azzurra, dichiarò:
«Lascio perché ho semplicemente dato il meglio di me
stesso e perché c'è stata troppa identificazione che è un male sia per me, sia
per il collettivo. Troppa pressione, e poi l'identificazione della squadra con
la mia persona. Basti pensare che durante le Olimpiadi qualche giornale ha
titolato "Velasco affronta la Jugoslavia". Il cuore mi avrebbe anche
portato a restare malgrado i media e le mitificazioni. Molti amici mi
consigliavano di non mollare, di provarci ancora. Ma sarebbe stato un errore
clamoroso. Vivere altri quattro anni di attesa per cercare di vincere le
Olimpiadi sarebbe stata una presunzione imperdonabile. »
Nel biennio 1997-98 Velasco allena la nazionale italiana femminile con l'obiettivo di portare le azzurre alla
qualificazione olimpica, fino ad allora mai centrata, a Sydney 2000. In questo lasso di tempo conduce le ragazze a
un quinto posto agli Europei del 1997, deludente rispetto alle ambizioni iniziali, per
poi lasciare la panchina al suo vice Angelo Frigoni, già suo
secondo ai tempi della nazionale maschile. In questa fase, inoltre, da una sua
idea prende vita il Club Italia, una squadra formata dalle giovani più promettenti selezionate dalla Federazione, per permettere loro di allenarsi tutto l'anno senza
lo stress legato alle competizioni con le proprie società: nel Club Italia
militeranno tra le altre Elisa Togut, Eleonora Lo Bianco, Anna Vania Mello e Simona Rinieri, l'ossatura
della nazionale campione del mondo nel 2002 in Germania.
Nel 2001 torna ad allenare una nazionale maschile,
quella ceca, senza però ottenere grandi risultati. Bisogna
attendere il 2008 per un nuovo ciclo di esperienze con le squadre nazionali:
dopo una parentesi con la nazionale maschile spagnola, presa in mano da campione europea in carica (aveva
vinto l'Europeo in Russia nel 2007 con in panchina Andrea
Anastasi), accetta la
sfida di allenare la nazionale maschile iraniana e riesce nell'impresa di vincere per la prima
volta nella storia della nazionale persiana il Campionato
asiatico nel 2011
disputatosi in casa a Teheran per poi ripetersi nell'edizione
successiva di Dubai nel 2013. Nella prima partecipazione alla World League nel 2013 ottiene discreti risultati, tra cui una vittoria in Italia
contro i suoi ex azzurri.
Nel febbraio 2014 viene scelto come commissario tecnico della nazionale del suo Paese, la nazionale maschile argentina, ruolo che non aveva mai ricoperto nella sua lunga
carriera. Esordisce il 16 maggio a Lanús in amichevole contro la Tunisia vincendo per 3-0. Nel luglio 2015, a Toronto,
vince la diciassettesima edizione dei Giochi panamericani.
Dal gennaio 2024 gli viene riaffidato l'incarico di
commissario tecnico della nazionale italiana femminile, a ventisei anni dalla
sua precedente esperienza con le azzurre. Nell'estate seguente conduce la
squadra alle vittorie della Volleyball Nations League e della medaglia d'oro ai Giochi della XXXIII Olimpiade di Parigi, quest'ultima
la prima nella storia della pallavolo italiana e nella carriera di Velasco.
Dirigente
La popolarità di Velasco nel mondo dello sport
italiano è stata
tale da far sì che venisse chiamato nel 1998 dall'imprenditore Sergio
Cragnotti, all'epoca
presidente della società calcistica della Lazio, a ricoprire
la carica di direttore generale del club. Nel 2000, dopo la fine anticipata
dell'esperienza laziale, transita anche nell'Inter, sotto la
presidenza di Massimo
Moratti, come
responsabile dell'area fisico-atletica del club. Tuttavia l'avventura termina
dopo pochi mesi, in seguito all'esonero di Marcello Lippi e
all'arrivo in panchina di Marco Tardelli.
Nel giugno 2019 viene nominato direttore tecnico del
settore giovanile maschile della Federazione Italiana Pallavolo. Mantiene l'incarico per il successivo
quadriennio, durante il quale le nazionali
giovanili italiane ottengono
svariate medaglie nei tornei internazionali.
Palmarès
Club
1979, 1980, 1981, 1982
1985-86, 1986-87, 1987-88, 1988-89
Coppa Italia: 3
1985-1986
Nazionale
Campionato
europeo di pallavolo maschile: 3
Campionato mondiale di pallavolo maschile: 2
World League
di pallavolo maschile: 5
1995Grand Champions Cup di pallavolo maschile: 1
World Top Four
di pallavolo maschile: 1
Coppa del
Mondo di pallavolo maschile: 1
World Super
Challenge maschile: 1
Campionato asiatico e oceaniano di pallavolo maschile: 2
Pallavolo ai Giochi panamericani - Torneo maschile: 1
Volleyball
Nations League femminile: 1
Pallavolo ai Giochi olimpici - Torneo femminile: 1
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