Da sx Franco Bragagna, Marino Bartoletti, Julio Velasco, Francesco Bocciardo, Alice D'Amato, Nadia Battocletti, Elisa Longo Borghini, Paolo Bruno |
E' calato il sipario sulla 36ma edizione del Galà della Castagna d'Oro, organizzata dall'Associazione Turistica Mondolè di Frabosa Sottana, presieduta dal dinamico Paolo Bruno con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte, il Comune di Frabosa Sottana, le Fondazioni CRC e CRT e l’ATL del Cuneese e con il patrocinio della Regione Piemonte.
Si comincia dalla mattinata, che quest'anno è stata dedicata a Manuela Di Centa, leggenda dello sport italiano, intervistata da Franco Bragagna, storica voce Rai, e dallo stesso Bartoletti. Definirla intervista però forse è un po' improprio: si è più trattato di una conversazione dove la vulcanica atleta ha ripercorso molti tratti della sua vita, con dettagli magari poco conosciuti al grande pubblico (come il periodo trascorso ad allenarsi in Lapponia) ma soprattutto ha dato una lezione di vita e di sport davvero indimenticabile. «Se uno vuole fare sport ad alti livelli lo sport va messo davanti a tutto, ma io non ho mai lasciato che lo sport mi impedisse di vivere la vita - ha detto la Di Centa - non ho rinunciato a tante esperienze, a fare errori e non ho rinunciato all'amore.
Io vorrei che i giovani atleti sapessero che fare sport serve a diventare persone migliori, a imparare ad affrontare la vita con un approccio migliore, non deve diventare un qualcosa di fine a sè stesso». Anche sulla competitività, sui risultati, ha dichiarato, tornando sulla discussa intervista di Benedetta Pilato dopo il 4º posto alle Olimpiadi: «Io l'avrei abbracciata, è stata fantastica. Per me è stata uno degli esempi più belli che lo sport poteva presentare. Questa vincerà l'ira di Dio, perchè essere riuscita a essere felice di quel piazzamento vuole dire che lei ha una forza dentro rara. Le medaglie sono quelle che si vincono dentro, la propria soddisfazione. Poi arriveranno, ori, argenti e bronzi».
Si deve sempre puntare al meglio, sintetizza la Di Centa, ma saper anche accogliere e contestualizzare i risultati che si raggiungono e analizzare le proprie prestazioni. Se si è consapevoli di aver dato il massimo non c'è nulla di cui rimproverarsi. «La Di Centa che dice se hai dato tutto che bello arrivare in fondo alla classifica –ironizza Bragagna – stento a crederci!». Bragagna e Di Centa hanno ripercorso, con stima e ironia, anche la rivalità storica che la divideva con Stefania Belmondo e i battibecchi in cui sono incorsi, senza però che questo scalfisse la stima reciproca.
A seguire l’intervento di Francesco Bocciardo, nuotatore paralimpico che vanta un
“bottino” di quattro ori e un argento tra Rio 2016, Tokyo 2020 e Parigi
2024: “Per il nostro movimento la svolta è stata nel 2012, quando la Rai
ha iniziato a trasmettere le Paralimpiadi: sembra un piccolo passo, ma ha fatto
sì che tante persone si siano avvicinate a noi e tanti ragazzi con disabilità
abbiano iniziato a praticare degli sport”, ha detto Bocciardo
allargando poi la riflessione all’Italia con cui i disabili hanno a che fare
ogni giorno: “Abbiamo città bellissime, ma oggi ancora poco
accessibili. Spesso quando vado all’estero parlo con colleghi che vorrebbero
visitare il nostro Paese ma trovano difficoltà, da questo punto di vista siamo
ancora indietro”.
Poi il turno di Alice D’Amato,
ginnasta, splendido oro alle ultime Olimpiadi nella trave (a Parigi ha
conquistato anche l’argento a squadre). È salita sul palco insieme alla sorella
e collega Asia, che ha saltato l’appuntamento parigino a causa di un
infortunio: “Con lei condivido le medaglie: abbiamo
iniziato il percorso insieme, vivendolo nello stesso modo, lavorando insieme,
una parte di lei era sempre con me”. Un oro da leggenda, quello
conquistato da D’Amato: si è trattato infatti della prima medaglia del metallo
più pregiato ottenuta dall’Italia femminile nella ginnastica nella storia delle
Olimpiadi.
Si è proseguito ancora al femminile con Elisa Longo Borghini, stella del ciclismo azzurro, due bronzi olimpici, sei medaglie mondiali e un Giro d’Italia in bacheca: “Ho fatto un po’ l’abbonamento al bronzo, ma sono comunque contenta, quando arrivo in fondo a una gara so che ho dato al 100% e questo mi rende orgogliosa. Come ha detto Velasco, ora sto studiando per provare a vincere”. Sulla vittoria all’ultimo Giro d’Italia: “Ho lavorato per tutto l’anno per quell’obiettivo, c’era un percorso adatto alle mie caratteristiche. Sono molto felice”.
Sul palco è poi salito Franco Bragagna, giornalista sportivo e commentatore Rai che a Parigi ha seguito la sua ultima Olimpiade estiva per il servizio pubblico (seguirà ancora Milano-Cortina nel 2026, prima della meritata pensione). Bragagna, entrato in Rai Sport nel 1994 proprio grazie all’allora direttore Marino Bartoletti, ha ripercorso le tappe salienti della sua carriera: “Sono stato un privilegiato a raccontare certe imprese: avrei pagato per fare quello che ho fatto, ma spero che questo il mio editore non lo senta. Siamo in Piemonte, l’Olimpiade del 2006, oltre a darmi grande fama, mi diede alcune gioie tra le più grandi”. L’emozione più grande? “Quei dieci minuti di Tamberi e Jacobs a Tokyo, una cosa fuori dal mondo”.
Ultima ospite ad avvicendarsi al fianco di Marino
Bartoletti è stata Nadia Battocletti,
argento nei 10 mila metri alle Olimpiadi di Parigi: “Il 2024 per me è stato un anno straordinario. Gli ultimi due mesi
sono stati un sogno costante. Incontrare tante persone che ancora oggi mi
fermano e mi dicono quanto si sono emozionate è un’ispirazione, oltre che
un’emozione grandissima anche per me”. Gli obiettivi per il
futuro? “Mio papà (suo allenatore, ndr) dice che la mia Olimpiade non era Parigi, ma sarà Los Angeles”.
Manuela Di Centa con Franco Bragagna e Marino Bartoletti |
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