Marcello Lippi (Viareggio,
12 aprile 1948) è un dirigente sportivo, allenatore di calcio ed ex calciatore
italiano, di ruolo difensore.
Cinque
volte campione d'Italia con la Juventus nei due periodi in cui l'allenò
(1994-1999, 2001-2004), fu commissario tecnico della Nazionale italiana dal
2004 al 2006 e dal 2008 al 2010, conducendola alla vittoria della Coppa del
Mondo FIFA 2006, dopo la quale divenne il primo allenatore nella storia del
calcio ad aver vinto le massime competizioni internazionali a livello di
nazionali (campionato mondiale) e club (UEFA Champions League nella stagione
1995-96, Coppa Intercontinentale 1996 con la squadra bianconera),
successivamente condividendo tale primato con l'ex CT della nazionale spagnola
ed ex allenatore del Real Madrid, Vicente Del Bosque.
È
stato anche il primo allenatore a raggiungere, nel 2008, 31 partite consecutive
senza subire sconfitte a cavallo tra le sue due esperienze come commissario
tecnico della nazionale, superando il precedente record di Vittorio Pozzo (30
partite utili consecutive, raggiunte allenando la nazionale ininterrottamente)
ed eguagliando il record mondiale appartenente ex aequo ad Alfio Basile e
Javier Clemente. In ambito internazionale è, con Miguel Muñoz, Alex Ferguson e
Carlo Ancelotti, tra gli allenatori che hanno disputato il maggior numero di finali
di Champions League (4); è inoltre, con Fabio Capello e Zinédine Zidane, uno
dei tre tecnici ad averne raggiunte tre di fila (dal 1996 al 1998).
Riconosciuto
migliore allenatore dall'Associazione Italiana Calciatori (1997, 1998, 2003),
dall'UEFA (1997-98), allenatore e CT dell'anno dall'Istituto di Storia e
Statistica del Calcio (1997, 1998, 2006); inserito dal quotidiano britannico
Times nella lista dei cinquanta migliori allenatori della storia del calcio
stilata nel 2007 e, sei anni dopo, dall'emittente televisiva statunitense ESPN
nella classifica dei venti più grandi allenatori. Introdotto nella Hall of Fame
del calcio italiano nel 2011.
Nel
2013 Lippi diventò il primo allenatore al mondo ad aver vinto le massime
competizioni internazionali organizzate da almeno due Confederazioni dopo il
trionfo in AFC Champions League 2013, un primato eguagliato da Luiz Felipe
Scolari due anni più tardi.
Caratteristiche tecniche
Salito alla ribalta da calciatore nel ruolo di libero, da allenatore si è affermato ai massimi livelli come «assertore di un calcio vigoroso, offensivo e fedele alla zona», miscelando tradizione e modernità tra vecchio gioco all'italiana e innovazioni dell'epoca sacchiana.
Carriera
Giocatore
Lippi
alla Sampdoria, di cui fu baluardo difensivo per tutti gli anni 1970.
Cresciuto nella Stella Rossa di Viareggio, nel 1969 è acquistato dalla Sampdoria che lo manda subito in prestito al Savona, con cui a ventuno anni debutta tra professionisti in Serie C. Tornato a Genova dopo una stagione, esordisce in Serie A nel 1970 grazie a Fulvio Bernardini, tecnico che, per la «capacità di imporre la sua personalità senza annullare quella degli altri», sarà uno dei riferimenti di Lippi nella successiva carriera in panchina.
Veste
la divisa blucerchiata per le successive nove stagioni, divenendo capitano e
uno dei punti fermi dell'undici doriano degli anni 1970, con cui milita
stabilmente in A eccetto per due tornei tra i cadetti; con 239 partite, è al
dodicesimo posto tra i sampdoriani più presenti in gare di campionato.
Nell'estate
del 1979, all'età di trentuno anni, torna in Toscana e scende di categoria
accasandosi alla Pistoiese, contribuendo nella stagione 1979-1980 alla storica
promozione degli arancioni in massima serie a girone unico. Dopo un'altra
stagione a Pistoia, chiusa con la retrocessione in Serie B, conclude la
carriera agonistica nel 1982 alla Lucchese, in Serie C2.
Allenatore
Inizi
Lippi
nel 1989 al Cesena, sua prima panchina in Serie A, accolto dal presidente
romagnolo Edmeo Lugaresi.
Intraprende
la carriera da allenatore nel 1982, nelle giovanili della Sampdoria. La sua
prima squadra professionistica è il Pontedera, in Serie C2, con cui nel 1986
raggiunge la finale della Coppa Anglo-Italiana persa col Piacenza. L'anno
successivo siede sulla panchina del Siena, in Serie C1, da cui viene esonerato
dopo pochi mesi a seguito di risultati negativi e contestazioni da parte della
tifoseria senese.
Nel
corso della stagione 1987-1988 allena la Pistoiese, in C2, liberandosi dagli
arancioni dopo un anno a causa di traversìe finanziarie che portano al
fallimento del club; il campionato seguente va alla Carrarese, in C1.
A
fine annata il presidente del Cesena, Edmeo Lugaresi, lo sceglie per guidare la
compagine romagnola, con cui Lippi debutta in Serie A; il campionato si
conclude con la salvezza e, per la sua fisionomia, i tifosi soprannominano il
tecnico "Paul Newman". Nel torneo seguente la compagine cesenate
fatica e Lippi subisce il secondo esonero della sua carriera. Nel 1991 passa ad
allenare la Lucchese, a fine stagione ottava in Serie B.
Atalanta, Napoli
Lippi
tecnico dell'Atalanta nel campionato 1992-1993.
Nella
stagione 1992-1993 gli viene affidata la panchina dell'Atalanta, in Serie A.
Dopo aver sorprendentemente chiuso il girone di andata al terzo posto, l'annata
a Bergamo si conclude al settimo posto in classifica, all'epoca il migliore
piazzamento della provinciale orobica dal secondo dopoguerra, mancando per un
punto la qualificazione alle coppe europee.
Il
rapporto con i nerazzurri si chiude a fine campionato, a causa di sopravvenute
divergenze con la società. Ottavio Bianchi, general manager del Napoli, la
stagione successiva decide di affidargli la panchina dei partenopei. In una difficile
situazione ambientale dettata da problemi economici in seno alla società
campana, l'allenatore raggiunge sesto posto in classifica e qualificazione in
Coppa UEFA.
Lippi sulla panchina del
Napoli nel campionato 1993-1994.
Nell'unica
stagione trascorsa a Napoli, Lippi schiera titolari due promesse del vivaio
napoletano, il portiere Taglialatela e il ventunenne difensore Fabio Cannavaro
— futuro capitano di quell'Italia che lo stesso tecnico toscano porterà, nel
2006, al quarto titolo mondiale —: «mi ero accorto delle sue qualità già
durante il ritiro estivo [...] In campionato partimmo male, con due sconfitte.
La difesa non mi convinceva e decisi di cambiare, inserendo Fabio in pianta
stabile al centro: era giovane, ma non ci voleva molto a capire che sarebbe
diventato un campione. Giocò la prima partita e non perse più il posto».
Juventus
A
seguito dei positivi risultati raggiunti nel precedente biennio, nell'estate
del 1994 Lippi è chiamato per la prima volta da un grande club, la Juventus,
sostituendo Giovanni Trapattoni. L'ingaggio arriva in coincidenza con
l'insediamento a Torino della nuova Triade dirigenziale Bettega-Giraudo-Moggi,
sotto la supervisione di Umberto Agnelli; il cambio ai vertici della società
porta a un corposo rinnovamento della rosa e, complice anche una guida tecnica
fin lì a digiuno di esperienza in un ambiente di vertice, nei pronostici della
vigilia sono in pochi a credere nella possibilità di una stagione ad alti
livelli da parte della Vecchia Signora, dal 1986 lontana dallo scudetto.
Lippi
schiera il 4-3-3 con un robusto centrocampo, sorretto dai neoacquisti Sousa e
Deschamps, a supporto di un attacco che dietro ai confermati Baggio, Ravanelli
e Vialli — Lippi punterà fortemente sulla voglia di riscatto di quest'ultimo, reduce
da un biennio anonimo — vede un giovane Del Piero. Dopo l'iniziale rodaggio,
l'impostazione tattica dell'allenatore dà presto i suoi frutti e, al termine
della stagione, arriva il titolo di campione d'Italia che i bianconeri
inseguivano da nove anni; per la Juventus è il ventitreesimo scudetto, per
Lippi è il primo trionfo della carriera: «quando sono arrivato per la prima
volta alla Juve c'era Umberto: l'Avvocato mi ha chiamato per darmi il
benvenuto, poi non l'ho più sentito per sei mesi. Disse che la Ferrari aveva
più possibilità di vincere il Mondiale che la Juve di vincere il campionato:
quando vincemmo lo scudetto mi chiese scusa per quella frase».
Lippi alla guida della
Juventus nel 1997
È
l'inizio di un quadriennio di successi in Italia e in Europa, segnato da
elementi quali Zidane, Davids, Vieri, Inzaghi, che si conclude nel 1998 con
altri due scudetti, una Coppa Italia — per il double nazionale del 1995 —, due
Supercoppe italiane, una Champions League, una Supercoppa UEFA, una Coppa
Intercontinentale. Dal 1996 al '98 Lippi affianca il connazionale Fabio Capello
come i soli tecnici capaci di portare una squadra a tre finali consecutive
della rinnovata Champions, un filotto europeo iniziato dal viareggino nel '95
con un'altra finale, in quel caso di Coppa UEFA.
Il
primo ciclo lippiano della formazione piemontese — che rimarrà tra i migliori
nella storia della disciplina, in virtù delle innovazioni portate in fase
offensiva e di un atteggiamento tattico allora inedito nel resto del
continente[28] — si conclude bruscamente nel febbraio del 1999, in anticipo di
qualche mese sul suo comunque già annunciato addio alla panchina
bianconera:[29] nel punto più basso di una campionato negativo, Lippi rassegna
le dimissioni dopo una sconfitta interna 2-4 col Parma.[30]
Inter
Dopo quasi un lustro alla Juventus, per il campionato 1999-2000 Lippi accetta l'offerta dell'Inter dove, nonostante una rosa che annovera, tra gli altri, Roberto Baggio, Ronaldo e Vieri, non riesce a replicare i successi ottenuti in bianconero: in poco più di una stagione a Milano raggiunge solo le finali di Coppa Italia e Supercoppa italiana, sconfitto in entrambe le occasioni dalla Lazio. Trova ostile l'ambiente nerazzurro, abituato a considerarlo di fatto un avversario, e in particolare risulta problematico il rapporto con Baggio, col quale già non si era ben lasciato negli anni juventini, e che alla Pinetina finisce per logorarsi definitivamente.
Lippi nel 1999 durante
il suo breve interregno sulla panchina dell'Inter
Al
termine di una stagione incolore, Lippi chiede la risoluzione del contratto al
presidente Massimo Moratti; questi inizialmente rifiuta, per poi esonerarlo
dopo la prima partita del campionato 2000-2001, una sconfitta per 2-1 sul campo
della Reggina: celebre lo sfogo dell'allenatore viareggino nel postgara, dove
accusa i giocatori di scarso impegno. La squadra già veniva da una cocente
quanto inaspettata eliminazione nei preliminari di Champions League per mano
dei modesti svedesi dell'Helsingborg.
Ritorno alla Juventus
Nell'estate
del 2001 Lippi torna sulla panchina della Juventus, reduce da un biennio avaro
di successi. La seconda avventura in bianconero parte in salita per il tecnico
toscano, che non riesce a trovare subito la quadra di una formazione ancora una
volta, come nel '94, rivoluzionata da un mercato che ha visto la cessione di
Zidane e la difficile integrazione di Buffon, Thuram e Nedvěd: proprio il
lavoro tattico svolto da Lippi nei primi mesi di campionato sul calciatore
ceco, spostato in campo da mezzala a trequartista, è uno dei punti di svolta
della stagione che vede i piemontesi inseguire e superare la capolista Inter
all'ultima giornata.
È
il ventiseiesimo scudetto della Juventus — passato agli annali come quello del
«5 maggio» —, cui segue dodici mesi dopo una nuova affermazione tricolore, in
una stagione aperta dalla vittoria nella Supercoppa italiana e chiusa
dall'amaro epilogo in Europa dove la formazione di Lippi, alla sua quarta
finale di Champions League raggiunta da tecnico, è sconfitta ai rigori dai
connazionali del Milan. È questo il periodo in cui l'allenatore viareggino
ottiene uno dei suoi migliori risultati tattici, con l'esterno offensivo
Zambrotta che sotto la sua gestione, prima in maglia juventina e poi con quella
italiana, arretra stabilmente a terzino, ruolo in cui si afferma tra i migliori
interpreti della sua generazione.
Quella
del 2003-2004 è l'annata del definitivo addio di Lippi ai bianconeri, che porta
sino alla finale di Coppa Italia. Alla Juventus il tecnico viareggino mette in
totale otto stagioni, 405 partite e 13 trofei tra nazionali e internazionali,
per uno dei cicli più vincenti nella storia del club.
Nazionale italiana
2004-2006
Lippi,
assieme al presidente Giorgio Napolitano, al ministro Giovanna Melandri e al
capitano azzurro Fabio Cannavaro, solleva il trofeo della Coppa del Mondo vinta
dalla nazionale italiana nel 2006.
Il
24 giugno 2004 diviene il nuovo commissario tecnico della nazionale italiana,
succedendo a Giovanni Trapattoni reduce dal fallimentare campionato d'Europa
2004 Esordisce contro l'Islanda, perdendo 2-0 in amichevole. In seguito vince
le prime 2 gare di qualificazione al mondiale, mentre in ottobre subisce
un'altra sconfitta, per mano della Slovenia. A partire dall'incontro seguente,
vinto per 4-3 con la Bielorussia, viene aperta una striscia di imbattibilità
che prosegue per l'intero girone eliminatorio. Il 17 agosto 2005 festeggia il
primo anno in panchina, vincendo 2-1 in casa dell'Irlanda. L'8 ottobre
successivo, battendo gli sloveni (questa volta a 12 mesi dal k.o. incassato),
ottiene la qualificazione alla fase finale con un turno di anticipo.
Al
campionato del mondo 2006 giocato in Germania la squadra azzurra non parte con
i favori del pronostico, ma partita dopo partita mostra una notevole solidità
difensiva (solo due i gol subiti in tutta la competizione: un autogol e un
rigore) che la porta a vincere il quarto titolo mondiale, dopo aver battuto in
semifinale la Germania per 2-0, dopo i tempi supplementari, e in finale la
Francia per 5-3 dopo i calci di rigore.
Il
12 luglio 2006 Lippi annuncia l'addio alla panchina azzurra. Nel mese di
dicembre riceve il premio della Panchina d'oro.
2008-2010
Dopo
aver lasciato la nazionale, è commentatore di Sky Sport per l'edizione 2007-2008
della Champions League. Il 26 giugno 2008, in seguito all'esonero di Donadoni,
riprende però l'incarico di ct. Il secondo esordio avviene il 20 agosto,
pareggiando in rimonta con l'Austria. A distanza di 3 mesi, il 19 novembre, un
altro pareggio (1-1 con la Grecia) segna la 31ª uscita consecutiva senza
sconfitte (serie aperta, appunto, nel 2004): viene così superato il primato di
Pozzo, imbattuto per 30 incontri nel periodo 1935-1939 (con in mezzo, anche per
lui, la vittoria del titolo mondiale). La striscia viene fermata il 10 febbraio
2009, quando gli azzurri cadono contro il Brasile per 2-0.
In
giugno, la squadra partecipa alla Confederations Cup da campione mondiale:
l'avventura finisce già al primo turno, complice un'altra sconfitta con i
verdeoro. Conduce l'Italia a qualificarsi per il campionato del mondo 2010,
nuovamente con un turno di anticipo (grazie al 2-2 contro l'Irlanda). In
Sudafrica tuttavia non supera la fase a gironi, pareggiando le prime due gare
con Paraguay e Nuova Zelanda e perdendo con la Slovacchia nella sfida decisiva
subendo così una prematura eliminazione al primo turno da campione uscente.
Lascia poi la squadra alla naturale scadenza del contratto, venendo sostituito
da Cesare Prandelli.
Guangzhou Evergrande
Il
17 maggio 2012 diventa allenatore del Guangzhou Evergrande, squadra della
Chinese Super League, tornando su una panchina di club a otto anni di distanza.
Debutta
sulla panchina della squadra all'11ª giornata di campionato, contro il Qingdao
Jonoon, con la squadra al comando della classifica che vince 1-0.[66] Il 27
ottobre 2012, il Guangzhou Evergrande vince il secondo titolo di fila con un
turno d'anticipo: decisivo il successo di misura sul Liaoning grazie al gol in
extremis di Gao Lin al 1' di recupero. Il 18 novembre dello stesso anno si
aggiudica la Coppa nazionale battendo 4-2 il Guizhou Renhe nella finale di
ritorno, dopo l'1-1 dell'andata.
Lippi in Cina nel 2014
Il
9 novembre 2013 conquista la Champions League Asiatica pareggiando in casa 1-1
col Seoul, dopo che all'andata aveva pareggiato 2-2 in Corea del Sud,
diventando il primo allenatore al mondo ad aver vinto le massime competizioni
confederali organizzate da almeno due confederazioni. Al Mondiale per Club
disputato il mese seguente si piazza al quarto posto, dopo essere stato eliminato
in semifinale dai tedeschi Bayern Monaco e aver perso l'incontro per il terzo
posto contro i brasiliani dell'Atlético Mineiro.
Nel
febbraio 2014 perde 1-0 la Supercoppa di Cina contro Guizhou Renhe.
Nell'occasione il tecnico non era andato in panchina per protesta contro la
dirigenza del calcio cinese che non ha concesso il rinvio della partita per
aver, il Guangzhou Evergrande, partecipato al Mondiale per club.
Sempre
nel 2014 vince con la squadra il quarto titolo, il terzo consecutivo dopo il
2012 e il 2013, riconfermandosi Campioni d'Asia in carica. Il 2 novembre dà
l'addio dell'attività tecnica all'interno del club, assumendo il ruolo di
direttore tecnico; il 26 febbraio 2015 lascia anche tale incarico.
Nazionale cinese
Lippi
allenatore della nazionale cinese nel 2017
Il
22 ottobre 2016, sfumata la possibilità di diventare direttore tecnico della
nazionale italiana (causa l'incompatibilità della carica con la professione di
procuratore del figlio Davide), viene nominato commissario tecnico della nazionale
cinese. Esordisce nel pareggio per 0-0 contro il Qatar valevole per la
qualificazione al campionato del mondo 2018. Non riesce a qualificare la
squadra alla fase finale del mondiale in Russia, non andando oltre il quinto
posto nel proprio girone di terza fase; ottiene invece l'accesso alla fase
finale della Coppa d'Asia 2019 negli Emirati Arabi Uniti, dove la Cina supera
la prima fase a gironi e gli ottavi di finale. Il 24 gennaio 2019 cade ai
quarti contro l'Iran perdendo per 3-0. Al termine della partita, come
preannunciato qualche mese prima, lascia la guida della nazionale cinese, dopo
31 partite, 12 vittorie, 8 pareggi e 11 sconfitte.
Il
successivo 7 marzo, con la nomina di Fabio Cannavaro a CT, rimane nei quadri
dirigenziali della federcalcio cinese nel ruolo di advisor. Tuttavia il 24
maggio 2019 torna a guidare i cinesi, subentrando al dimissionario Cannavaro e
facendo il suo secondo esordio con la nazionale cinese nell'amichevole vinta
per 2-0 contro le Filippine. La sua seconda esperienza alla guida della Cina si
rivela, però, breve: il 14 novembre 2019, dopo la sconfitta per 1-2 contro la
Siria a Dubai nelle qualificazioni al campionato del mondo 2022, si dimette
dall'incarico.
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