giovedì 19 settembre 2019

Arrigo Sacchi riceverà la Castagna d'Oro domenica 6 ottobre al GalaPalace




Arrigo Sacchi (Fusignano, 1º aprile 1946) è un allenatore di calcio, dirigente sportivo e opinionista italiano.
Commissario tecnico della Nazionale italiana vicecampione del mondo al Mondiale 1994, è considerato uno dei migliori allenatori della storia del calcio.
Soprannominato Il profeta di Fusignano, inizia la propria ascesa nel calcio italiano nel 1987, quando Silvio Berlusconi lo sceglie come nuovo allenatore del Milan. Sacchi compie una vera e propria rivoluzione nel modulo di gioco e nelle tecniche di allenamento, dando un'impronta epocale alla squadra rossonera. Sfruttando a fondo le caratteristiche del gioco a zona, già praticato nel Milan di Nils Liedholm, pone un'assoluta attenzione alla fase difensiva, cui aggiunge il pressing sistematico a centrocampo. Diventa famoso per i suoi pesanti e severi allenamenti; applica allo schema tattico vari principi legati al cosiddetto calcio totale della Nazionale olandese di Johan Cruijff, che ammirava sin da ragazzo. È ritenuto uno dei più grandi allenatori di ogni epoca e il suo Milan (1987-1991) una delle squadre migliori di ogni epoca, da alcuni la migliore di sempre
I suoi metodi di allenamento e le sue idee e convinzioni sono stati spesso oggetto di discussione. Sacchi ebbe inoltre numerosi screzi con l'opinione pubblica e con alcuni suoi giocatori: proprio per questo è stato spesso accusato di ritenere prioritari gli schemi rispetto agli uomini. Nel settembre del 2007 il Times lo ha nominato miglior allenatore italiano di tutti i tempi e 11º in assoluto a livello mondiale. Nel 2011 è entrato a far parte della Hall of Fame del calcio italiano
Da allenatore del Milan, squadra che ha guidato dal 1987 al 1991 prima di tornare per una breve esperienza nella stagione 1996-1997, ha vinto uno Scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe europee e due Coppe Intercontinentali. Durante la sua prima esperienza a Milano Sacchi forma il team soprannominato gli Immortali, una delle squadre di club migliori di tutti i tempi secondo la UEFA, oltre che una delle squadre più vincenti della storia del Milan. Ha allenato dal 1991 al 1996 anche la Nazionale italiana, guidandola ai Mondiali di calcio del 1994 (finalista) e agli Europei di calcio del 1996 (eliminazione al primo turno).
Dal 4 agosto 2010 al 14 agosto 2014 ha svolto il ruolo di Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, dalla Under 21 alla Under 16.
Sacchi propose un rivoluzionario 4-4-2 che si ispirava in parte al calcio totale della Nazionale olandese di Johan Cruijff, squadra che prediligeva una difesa in linea (in modo da far cadere gli avversari nella trappola del fuorigioco) e pressing a tutto campo con o senza palla. Il modulo offensivo proposto dall'allenatore di Fusignano consisteva in una difesa organizzata con il metodo di una diagonale a quattro, un centrocampo a rombo (dove uno dei mediani si trasformava in trequartista) e due punte centrali molto vicine fra loro.
Nonostante sia conosciuto per il suo calcio offensivo, Sacchi dedicava grande attenzione ai movimenti difensivi, a tal punto che quasi sempre le sue squadre si contraddistinguevano per essere le meno battute a fine campionato: miglior difesa nei campionati 1987-88 (14 gol subiti) e 1990-91 (19 gol subiti) e seconda miglior difesa nel 1988-89 (25 gol subiti) e nel 1989-90 (27 gol subiti). Allenatore rigido e intransigente, si fece conoscere dal pubblico sportivo soprattutto per i suoi metodi di allenamento, considerati pesanti, severi e poco convenzionali rispetto agli approcci classici. Il fusignanese era solito intensificare gli allenamenti della squadra che dirigeva e si distingueva per un'attenzione maniacale nel preparare le partite e gli schemi di gioco. I suoi giocatori dovevano lavorare il doppio per essere pronti in campo a svolgere ruoli sia offensivi che difensivi. Per lui tutti i giocatori erano importanti, ma nessuno era rilevante.

Carriera

Allenatore

Gli esordi

Tifoso interista poi "pentito", da ragazzo Sacchi gioca come difensore in squadre dilettantistiche, mentre lavora nell'azienda di calzature del padre e successivamente ricopre il ruolo di allenatore del Fusignano (2ª Categoria), dell'Alfonsine (Promozione) e del Bellaria (Serie D). Durante gli anni settanta abbandona per un momento il calcio, dedicandosi al lavoro in azienda. Nel 1982 conquista con la squadra giovanile del Cesena lo scudetto Primavera. Decide di lasciare il lavoro per dedicarsi totalmente al calcio. Alberto Rognoni, fondatore del Cesena, lo presenta a Italo Allodi, ottenendo per il suo pupillo l'iscrizione al corso di Coverciano.
Successivamente Arrigo Sacchi viene chiamato da Dino Cappelli, presidente del Rimini, per guidare la squadra in Serie C1. Dopo un anno va ad allenare le giovanili della Fiorentina. Italo Allodi lo manda ad allenare il Parma (appena retrocesso in Serie C1), per fare qualche anno di esperienza prima di affidargli la squadra gigliata. Sacchi riporta subito i ducali in Serie B e nella stagione 1986-87 sale alla ribalta delle cronache quando elimina dalla Coppa Italia il Milan vincendo a San Siro. Il suo gioco, basato sulla difesa a zona e sul pressing piacque al presidente dei rossoneri Silvio Berlusconi, che lo vuole nel suo team a tutti i costi.

Il Milan e gli Immortali di Sacchi

Il 3 luglio 1987 firma un contratto annuale con il Milan Sacchi impone subito il suo metodo di allenamento, all'inizio non apprezzato dai suoi stessi giocatori, in particolare da Franco Baresi e Carlo Ancelotti A livello tattico decide di schierare i rossoneri con un rivoluzionario 4-4-2 La stampa non apprezza la scelta di Sacchi, ma Silvio Berlusconi, presidente del Milan, è convinto fortemente della sua scelta.
I primi risultati non sono a favore di Sacchi che colleziona una vittoria contro il Pisa, una sconfitta contro la Fiorentina e ancora una sconfitta contro gli spagnoli dello Sporting Gijón nei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA Le gare successive non migliorano la situazione, soprattutto la sconfitta nei sedicesimi di finale di Coppa UEFA contro l'Espanyol, che elimina i rossoneri dalla competizione. In questa occasione Sacchi viene attaccato dai suoi tifosi che gridano a gran voce le sue dimissioni e il ritorno di Fabio Capello sulla panchina rossonera. Berlusconi, tuttavia, continua a difendere Sacchi e fa presente alla squadra l'intenzione di voler continuare fino a fine stagione con lui: "Lui resta, voi non so".In campionato, il Milan conclude il girone di andata al secondo posto, ma nel girone di ritorno si impone sul Napoli capolista (vittoria 3-2 nello scontro diretto giocato al San Paolo il 1º maggio 1988) e conquista l'11º scudetto della sua storia, il primo titolo dell'era Berlusconi.
Nel 1988-1989 Sacchi guida il Milan al 3º posto in campionato alle spalle di Inter e Napoli e conduce il club rossonero alla conquista della sua terza Coppa dei Campioni. Nella semifinale di ritorno della massima competizione europea per club sconfigge il Real Madrid a San Siro per 5-0. Nella finale di Barcellona il Diavolo si impone con un clamoroso 4-0 sulla Steaua Bucarest Il Milan conclude la stagione vincendo in rimonta la prima edizione della Supercoppa italiana contro la Sampdoria.
Nei primi mesi della stagione 1989-1990 il Milan vince la Supercoppa UEFA contro il Barcellona (1-1 a Barcellona e 1-0 a Milano) e la Coppa Intercontinentale battendo a Tokyo i colombiani dell'Atlético Nacional per 1-0 con un gol di Alberico Evani negli ultimi minuti dei tempi supplementari In questa stagione, dopo essere stata ad un passo dal vincere tutte le competizioni disponibili, cede il campionato al Napoli di Maradona. Alla 33ª giornata, il 22 aprile, mentre il Napoli vinse a Bologna, il Milan, come già nel 1973, viene sconfitto a Verona in un incontro arbitrato da Rosario Lo Bello, autore di quattro espulsioni dei milanisti (Sacchi al 63', Rijkaard all'83', Van Basten all'87' e Costacurta all'89'). A un minuto dal termine dell'incontro il Verona realizza il gol della vittoria, che consegna di fatto lo scudetto al Napoli. Pochi giorni dopo il Milan perde anche la finale di Coppa Italia contro la Juventus conquistando poi la seconda Coppa dei Campioni consecutiva (la quarta nella storia della società milanese), superando a Vienna il Benfica per 1-0.
Nel 1990-1991 i rossoneri si mantengono ai vertici del campionato, ottenendo il secondo posto dietro alla Sampdoria, vincitrice quell'anno del suo primo scudetto. Nel febbraio 1991 Arrigo Sacchi manifesta al Presidente Berlusconi la volontà di prendersi un anno sabbatico per una lampante incapacità di gestire il notevole stress a cui era sottoposto da tempo. La sconfitta ai quarti di finale nella Coppa dei Campioni contro l'Olympique Marsiglia ed i contatti con la Nazionale portarono Arrigo Sacchi a non rinnovare il contratto con il Milan. Al suo posto viene scelto Fabio Capello, che aveva già avuto esperienza sulla panchina rossonera nella stagione 1986-87, sostituendo, nelle ultime sei giornate di campionato, l'esonerato Nils Liedholm.
Nel 2006 la rivista internazionale France Football ha nominato il Milan di Arrigo Sacchi migliore squadra del mondo del dopoguerra. L'anno seguente un sondaggio online pubblicato nella rivista inglese World Soccer nominò il Milan di Sacchi (in particolare quello della stagione 1988-1989) la squadra di club più forte di tutti i tempi, nonché la quarta migliore di sempre in assoluto, dietro al Brasile del 1970, all'Ungheria del 1954 e ai Paesi Bassi del 1974.

La Nazionale italiana

 

Nell'ottobre del 1991 Sacchi viene assunto alla guida della Nazionale italiana Azeglio Vicini perde il posto dopo la mancata qualificazione per gli Europei 1992 e Sacchi può quindi utilizzare le ultime partite di qualificazione per gli Europei come test. Sacchi guida la Nazionale per la prima volta il 13 novembre 1991, con un 1-1 sulla Norvegia a Genova e poi 2-0 alla squadra di Cipro a Foggia. La sua gestione del gruppo azzurro, nonostante buoni risultati, crea molte polemiche a causa delle diverse esclusioni eccellenti effettuate nel tempo dal CT, tra cui Roberto Mancini, Walter Zenga, Gianluca Vialli, Giuseppe Bergomi e Giuseppe Giannini, oltre ai juventini De Agostini e Schillaci, e divide l'opinione pubblica tra i sostenitori della politica di Sacchi e i detrattori che lo accusavano di essere un accentratore.
La prima competizione è la USA Cup 1992, un piccolo torneo che doveva servire alla federazione americana come prova per i Mondiali di due anni dopo. L'Italia pareggia 0-0 con il Portogallo, vince 2-0 sull'Irlanda e pareggia 1-1 con i padroni di casa consegnando loro il trofeo. Nell'ottobre del 1992 le qualificazioni mondiali iniziano con un 2-2 contro la Svizzera, uno 0-0 alla Scozia, un 2-1 contro Malta, un 3-1 al Portogallo, una goleada a Palermo contro Malta (6-1), un 2-0 all'Estonia e poi una sconfitta contro la Svizzera per 0-1; il 3-0 all'Estonia seguito dalle vittorie per 3-1 sulla Scozia e per 1-0 sul Portogallo garantirono l'accesso al Mondiale americano.
Nel 1994 l'Italia raggiunge la finale ai Mondiali statunitensi, dopo aver superato a stento la fase a gironi con il terzo posto e il ripescaggio, e dopo aver eliminato la Nigeria agli ottavi dopo i tempi supplementari, al termine di una partita molto tesa, giocata sotto un sole cocente e caratterizzata dalla tanto attesa rinascita calcistica di un Roberto Baggio fino a quel momento in difficoltà[, la Spagna ai quarti, con un altro gol di Baggio allo scadere, e la Bulgaria in semifinale, con un'altra doppietta del fuoriclasse della Juventus; tutte e tre le gare furono vinte per 2-1. La finale contro il Brasile, una partita bloccata tatticamente e avara di forti emozioni, si conclude sullo 0-0 dopo 120 minuti di gioco: ai rigori vince il Brasile, e celebre rimane l'ultimo rigore tirato da Roberto Baggio che, spedendo la palla sopra la traversa della porta difesa da Taffarel, consegna la vittoria alla Seleção.
Dopo il 1994 Sacchi comincia a formare un nuovo gruppo di giocatori. Dopo due anni di discreto livello, gli azzurri si qualificano per l'Europeo 1996 dove vengono eliminati nel girone iniziale, finendo terzi nel girone di Germania, Rep. Ceca, che alla fine diventeranno le due finaliste, e Russia Dopo questa manifestazione, rimane CT ad interim per qualche mese in attesa del suo successore.

Dal 1996 al ritiro

Il 6 novembre dello stesso anno, dopo la sconfitta per 2-1 in un'amichevole contro la Bosnia ed Erzegovina giocata a Sarajevo, Sacchi lascia l'incarico di commissario tecnico della Nazionale per tornare ad allenare il Milan, subentrando il 3 dicembre ad Óscar Tabárez. La stagione del Milan termina con l'11º posto in campionato. Il 16 giugno 1998 viene presentato come nuovo allenatore dell'Atlético Madrid, squadra della Liga spagnola dopo sette mesi il 14 febbraio 1999 viene esonerato.
Due giorni dopo, il 16 febbraio 1999 annuncia il suo ritiro da allenatore.
Il 9 gennaio 2001 ricopre per un breve periodo la carica di allenatore del Parma ma, in seguito a problemi di salute per l'eccessiva tensione nervosa provocatagli dalla sua professione, il 31 gennaio si dimette, chiudendo così di fatto la sua carriera sportiva.

Dirigente

Il 21 dicembre 2001 riveste l'incarico di direttore tecnico del Parma (riuscendo ad allestire ottime formazioni anche con ridotti budget economici e scoprendo giovani campioni come Alberto Gilardino). Si dimette il 31 maggio 2003. Il 21 dicembre 2004 viene nominato dal presidente Florentino Pérez direttore dell'area tecnica e direttore sportivo del Real Madrid Si dimette il 22 dicembre 2005. Il 4 agosto 2010 viene ufficializzata la sua nomina a Coordinatore tecnico delle Nazionali giovanili, dalla Under 21 alla Under 16. Lascia l'incarico il 30 luglio 2014.

Opinionista televisivo

Negli anni duemila è stato commentatore televisivo per le reti Mediaset. È stato opinionista fisso della trasmissione calcistica di Italia 1 Controcampo. Dal 2008 è opinionista fisso su Premium Calcio. Inoltre ogni giovedì pomeriggio ha uno spazio tutto suo nell'emittente radiofonica romana Radio Radio. Nel 2012 è protagonista della campagna pubblicitaria per la nuova stagione calcistica di Mediaset Premium. Nel giugno 2016 è ospite fisso a Il grande match su Rai 1 per commentare i post-partita dell'Europeo.

Riconoscimenti

Nel 2005, l'Università di Urbino ha conferito a Sacchi la laurea honoris causa in Scienze e Tecniche dell'Attività Sportiva. Nel settembre 2007, il Comune di Fusignano ha allestito presso il Museo Civico San Rocco una mostra su Arrigo Sacchi per celebrare il suo illustre concittadino attraverso una straordinaria esposizione di ricordi inediti, trofei, filmati delle partite più significative, foto degli esordi nei campi polverosi di Fusignano e della Bassa Romagna ed istantanee dei grandi trionfi delle squadre da lui allenate o dirette.